Clicca sulla foto per vederla ingrandita Da Cajamarca ci dirigiamo verso l'interno, per raggiungere Celendin, superando un valico a oltre 3600 m. Riscesi lungo una strada stretta e tortuosa fino a Balsas, sul Rio Marañon risaliamo nuovamente per raggiungere la regione di Chachapoyas, il regno degli antichi Guerrieri delle Nuvole. Nella zona, interessantissima, pernottiamo tre volte. I luoghi dei pernottamenti sono cerchiati in rosso. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Lasciamo Cajamarca con un ultimo sguardo al personaggio inquietante che sostiene il vaso. Intravisto con la coda dell'occhio lo avevo preso per un operaio che traslocava il vaso |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita saliamo per una bella strada verso Celendin, in mezzo a campi coltivati... |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita ... e scene bucoliche. Questa zona è famosa per la produzione di latte e di buoni formaggi |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita l'ambiente è quello delle nostre colline, ma siamo a oltre 3000 metri. Chiedo dove mettono il bestiame, pensando all'inverno. Invece mi rispondono che la notte lo mettono nella stalla per prevenire i furti. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Superiamo due valichi, le montagne verso Chachapoyas, la nostra meta, sono coperte dalle nuvole (giustamente, i Chachapoyas erano detti i Guerrieri delle Nuvole |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Entriamo a Celendin, dove si producono i migliori cappelli di fibra di palma, come evidente dal monumento al cappello. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Celendin è tutta in bianco e azzurro che, insieme al bianco delle nuvole e all'azzurro del cielo, fanno un bell'effetto |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Come al solito niente turisti e paesani tranquilli |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita L'effetto è di grande serenità |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita un giretto al mercato, tutto sulla strada, dove vengono esibiti tuberi di ogni specie |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita signora e bambina con cappelli che suscitano la bramosia di Paola |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita tante varietà di pesce secco. Qui il mare è lontano e il pesce fresco può essere solo quello di fiume |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Vendita specializzata: piselli e mirtilli! |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita una chiesetta piccola piccola, sempre in bianco e azzurro, con i tetti dei campanili a quadretti! |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita la strada sale stretta e ripida fino a che ci affacciamo sulla valle del Marañon, quel fiumicello in fondo in fondo. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita grandi nuvoloni |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita I panorami dal valico sono suggestivi, con giochi di luce creati dalle nuvole. La strada è tutta asfaltata (da poco tempo) ma è veramente stretta ed esposta su strapiombi profondissimi. Una guida veramente impegnativa. Per fortuna Paul è esperto! |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita sul bordo della strada passeggia una grossa tarantola: questi ragni hanno l'aria feroce ma sono paciocconi e non mordono |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Scendendo verso il fondo valle l'ambiente diventa arido, con grandi cactus di diversi tipi. Questo è il San Pedro (Echinopsis pachanoi) con azione allucinogena, ricco di mescalina. Viene utilizzato dai brujos (stregoni-guaritori) e si vende nei mercati. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita la strada è piena di curve e molto trafficata |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Finalmente raggiungiamo il Marañon: da lontano sembrava un fiumicello |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita ora si rivela un bel fiume dalla corrente impetuosa. A valle diventerà un fiume immenso che a Nauta, vicino a Iquitos, unendosi con l'Ucayali formerà il Rio delle Amazzoni. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita La corrente è proprio forte |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Attraversiamo il fiume |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita e raggiungiamo il villaggio di Balsas, famoso per il suo clima caldissimo (è a bassa quota, sul fondo di una valle stretta, circondato da montagne che fanno da specchio). In effetti fa molto caldo e il villaggio ha l'aria un po' stralunata. E' semideserto. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Forse era finita la vernice azzurra e sono passati al viola o viceversa. Mi viene in mente del racconto di Wilde, il Fantasma di Canterville, dove il fantasma ravvivava con gli acquerelli la macchia di sangue sul tappeto. Finiti i rossi di tutte le tonalità era passato al verde smeraldo! |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Lungo i bordi del fiume crescono bei boschetti di mango, allontanandosi invece ricomincia l'ambiente arido |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita con i bei cactus San Pedro |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Due operai, con le loro scope spazzano la strada |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita sanno, i poverini, cosa li aspetta? Tutto quello? |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita e anche questo? |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Nei pressi di Leimebamba, nella verde valle del fiume Uctubamba (bamba in lingua quechua indica una pianura. Moltissimi toponomastici contengono questa parola), visitiamo il bel museo |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Il museo sorge a qualche chilometro dal paese, in ambiente di foresta. Tra le altre cose contiene la straordinaria collezione di mummie Chachapoyas rinvenute nelle sepolture della Laguna de Condores. Come tutti i musei che abbiamo visitato in Perù è molto ben messo e ben mantenuto, il che suscita in me molta invidia |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Raggiunto il villaggio di Leimebamba, dove pernotteremo, visitiamo il laboratorio di Miguel, un bravissimo artigiano-artista che scolpisce il legno |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita questo è il suo aiutante, addetto a dipingere le sculture, che si dipinge anche le unghie. Miguel è l'altro. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Non vuole venderci nulla perché sta preparando il materiale per una mostra a Lima. Alla fine ci concede una di queste teste, che noi vogliamo prendere ancora grezza e invece lui vorrebbe dipingere. Alla fine cede ma prima di darcela la immerge in antitarlo e si raccomanda di metterla fuori dalla finestra. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita laboratorio-abitazione, con teiera e cipolle |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Miguel con le sue opere |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita anche questa porta è opera sua |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Leimebamba è un paese delizioso, piccolo e tranquillissimo. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Per raggiungere la strada per l'albergo dobbiamo chiedere di spostare un cavallo parcheggiato.
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita L'albergo è ricavato in una vecchia casa con vecchi arredi e fotografie dei bisnonni C'è anche un vecchio giradischi a manovella. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita bellissimo e ben conservato, e c'è anche la scatola delle puntine per il pick-up,
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita le stanze, ottime, si affacciano su bei cortili fioriti pieni di colibri e orchidee. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita il cavallo è stato rimesso al suo posto |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita La chiesa in pietra è della seconda metà del XIX secolo |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita molto ben inserita nelle caratteristiche del paese |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Ceniamo in una trattoria vicino alla piazza, semplice ma pulita. 11 soles a testa, meno di 3 euro: minestra con orzo e patate; io prendo trota e contorno; paola carne e contorno e per finire una ottima camomilla. Sulla piazza una bancarella vende bevande calde a base di erbe varie. Il barista-stregone mescola i suoi infusi con incredibili virtuosismi che farebbero crepare di invidia tutti i mescolatori di cocktail. vedi il filmato del mescolatore di bevande
Nella notte in giardino canta un rospo |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Il giardino dell'albergo è pieno di bei fiori. Questo sembra un pancratium, una amarillidacea |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita tra cui splendide orchidee |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita che crescono in vasi appesi con filo di ferro e annaffiati a goccia. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Lasciata Leimebamba seguiamo verso nord il corso del fiume Urcubamba. L'ambiente è pittoresco
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita gli alberi sono carichi di epifite. Lungo la strada ci sono dei cartelli che avvertono che questa è una zona colpita dalla Uta, la leishmaniosi cutanea trasmessa dalla puntura di un pappatacio. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Lasciata la strada principale saliamo verso ovest per raggiungere il villaggio di Tingo Nuevo, da cui andremo a vedere le celebri rovine di Kuelap, la principale città fortificata dei Chachapoyas |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita E' un bel paesino lindo, con abitanti cordiali che ci augurano " que te vaya bien". Il tempo incerto all'inizio della mattinata diventa bellissimo. Le previsioni annunciano temporali dopo mezzogiorno, invece il tempo si manterrà splendido |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita La strada continua sempre sterrata ma discreta fino al parcheggio di Kuelap, ben organizzato, con piccolo centro esplicativo, cani vaganti, orchidee e ottimi bagni.
Allarme! Paola mi dice di aver visto un cartello che allerta che i bagni sono soltanto degli orinatoi. Io ignaro ho prodotto ben altro! Speriamo che non mi scoprano.
Al parcheggio una bella farfalla |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Dal parcheggio a piedi in circa mezz'ora di salita su un sentiero a gradoni, si raggiungono le mura di Kuelap a circa 3000 m. Temperatura fresca gradevole. Lungo il sentiero bei fiori |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita di molti tipi diversi |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita questo sembra uguale quello trovato alle lagune Llanganuco, che era una Passiflora |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita questo non so che cosa sia |
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come anche questo, del resto | |
Clicca sulla foto per vederla ingrandita Raggiungiamo le grandi mura di Kuelap, uno dei più grandi monumenti precolombiani, costruito in blocchi di pietra calcarea. Quasi tutte le costruzioni sono tondeggianti, senza angoli
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita I Chachapoyas, che gli Inca chiamavano "i guerrieri delle nuvole", visto che abitavano le foreste nebulari delle Ande al Nord del Perù, fiorirono a partire dall' 800 dopo Cristo e vennero assoggettati dagli Inca poco prima del 1500. Secondo i conquistatori spagnoli gli abitanti di questa regione erano i più bianchi e i più ben fatti di tutte le Indie, e le donne le più belle.
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Quando arrivarono gli Spagnoli i Chachapoyas, già in crisi, si allearono con questi per riprendere la lotta contro gli Inca. Queste guerre, insieme alle malattie portate dagli europei ridussero di oltre il 90% la popolazione. Intorno al 1600 Kuelap era disabitata e se ne perse la memoria fino alla metà dell'800. La fortezza è imponente, con mura massicce alte anche oltre 20 metri |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita e dall'alto la vista sulla valle con gli alberi coperti di bromelie è bellisima |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Questa impressionante cittadella fortificata è situata sulla cima di una montagna, strategica per dominare le valli circostanti.
Le mura di blocchi di calcare in alcune parti sono costruite a secco, in altre parti sono cementate con qualcosa che sembra calce |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Le coltivazioni su questa collina, proprio bella tonda, fornivano alimento agli abitanti della fortezza |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Le mura seguono l'andamento ondulato del terreno. Sembra che i costruttori Chachapoyas aborrissero le forme squadrate |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Ci accompagna nel giro la guida Clotilde, che all'inizio sembra taciturna ma poi si scioglie e alla fine ci racconta leggende locali, tra cui quella di Juan Osito (orsetto) che viene festeggiato il giorno di san Giovanni, 24 giugno, in un paese qui vicino, La Jalca Grande, e in altri paesi della zona. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Per entrare nella fortezza si devono seguire a lungo le mura |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Lungo un sentiero panoramico |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita L'accesso alla cittadella è permesso soltanto da due ingressi con camminamenti ripidi che si stringono mano a mano che si avanza tra le mura imponenti, come un imbuto, fino a permettere l'ingresso di una sola persona per volta. L'altezza delle mura e gli ingressi angusti rendevano inespugnabile la cittadella. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Sembra che i Chachapoyas fossero grandi querrieri e potenti sciamani, esperti nell'uso delle erbe medicinali e velenose. La distruzione della cività dei Chachapoyas è stata totale: non possediamo alcun manufatto, a parte le rovine delle fortezze, e la stessa lingua è completamente dimenticata. |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Oggi la natura si sta riappropriando della fortezza. I lama pascolano tra le rovine |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita e grandi alberi crescono, creando problemi con le radici che scalzano le mura |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Il clima è quello della foresta nebulare e sugli alberi crescono rigogliose le bromelie epifite |
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Clicca sulla foto per vederla ingrandita Anche qui il turismo è assai scarso: La zona è remota e di difficile accesso. Oltre a noi oggi ci sono dei ragazzi in gita scolastica dalla vicina città di Chachapoyas |
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Bei fiori di una pianta parente delle patate | |
Passeggiamo sul culmine della fortezza | |
Belle bromelie | |
All'interno della fortezza c'erano due cittadelle, quella in alto, dove vivevano sacerdoti e nobili, e quella in basso, di oltre 300 edifici circolari, dove abitava il popolo. Anche il passaggio dalla cittadella inferiore a quella superiore era soltanto attraverso stretti corridoi. |
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I muri della città alta sono ornati con motivi geometrici, in cui la triplice losanga rappresenta i tre livelli del creato: il cielo, la terra e gli inferi. Questo concetto è comune a molte civiltà, nostrane e americane. | |
La cittadella bassa vista da un nobile! | |
All'interno di Kuelap l'atmosfera è suggestiva, grazie anche alla scarsezza dei visitatori e alla vegetazione che si sviluppa tra le rovine. Racconti degli abitanti dei paesi vicini riportano che gli antichi Chachapoyas ritornano spesso a visitare le loro case
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Gli edifici erano circolari, a due piani. Al centro del pavimento la pietra per macinare il mais. Queste pietre sono perfettamente liscie, levigate da secoli di uso |
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Qui si apprezza la struttura di una casa, con il suo ingresso e sulle pareti i fori in cui si incastravano i travi che sostenevano il pavimento del piano superiore | |
Il motivo ornamentale geometrico poteva essere oltre che a triplice losanga anche con una sola o con due losanghe | |
Le bromelie crescono anche sui muri | |
motivo a doppia losanga | |
Una residenza nobiliare nella cittadella superore | |
Gli spalti che si affacciano sulla valle | |
In un edificio è stato ricostruito il tetto, ma la sua struttura è soltanto ipotetica | |
All'estremità meridionale della cittadella superiore c'è una costruzione a forma di cono tronco rovesciato, il Tintero (il calamaio) E' possibile che avesse una funzione cerimoniale o quella di un calendario astronomico.
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Qua e la vediamo pietre scolpite con figure umane | |
tutto è sempre rotondo. Molto rare sono le strutture ad angolo, che sembra siano di epoca incaica. |
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In discesa verso l'uscita. Il passaggio in effetti è angusto |
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le mura inclinate permettevano di bombardare di sassi i possibili invasori | |
figure umane | |
animali, forse scimmie | |
serpenti | |
questa invece, fuori dalla cittadella, è una pietra erosa dall'acqua | |
splendido panorama sulla campagna sottostante | |
fossili lungo il sentiero che scende al parcheggio | |
fiori | |
orchidee splendide | |
altre orchidee | |
fiori di bromelia | |
La fortezza vista dal baso | |
Kuelap non era l'unico insediamento dei Chachapoyas. Sui monti intorno si vedono altre mura |
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Scendiamo verso il fondo valle. Lungo la strada spuntano fiori dai colori sgargianti |
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come fuochi d'artificio. Dovrebbe essere una parente dei gigli e delle cipolle |
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Un paesino lungo la strada con lavori in corso. Che esagerato! |
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I fiori bellissimi di una Cobaea | |
l'interno del fiore | |
con i suoi frutti | |
e i boccioli | |
Una signora lavora un tappeto o qualcosa del genere a ciuffi di lana colorata | |
Ci fermiamo per la notte al Cochtamal lodge, isolato in mezzo ai monti, lungo la strada per riscendere al fondo valle. Molto semplice ma carino e con un giardino fiorito panoramico, pieno di orchidee e di colibri. Il cane del lodge non apprezza i cappelli ed esige che Paola si scopra prima di entrare. |
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bei fiori di fuchsia | |
orchidee | |
altre piccole orchidee | |
vicino lavora un contadino con il suo aratro | |
anche questo tutto in legno | |
la sera si addensano nuvoloni scenografici, ma poi la serata sarà limpidissima |
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belle farfalle attratte dalla luce (forse Eucereon) L'albergo ci fornisce anche la cena (meno male, siamo a molti chilometri da ogni centro abitato), semplice ma ottima e una colazione con caffè eccellente di produzione locale e formaggio fresco delizioso. |
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questa è semitrasparente (forse Amerila) |
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colibri color smeraldo in giardino | |
ora in silhouette | |
la scala per salire al primo piano è intagliata in tre grandi travi di legno. Ogni trave comprende gli otto scalini | |
Lasciato l'albergo scendiamo a fondo valle, risaliamo per qualche chilometro la valle in direzione di Leimebamba e poi, a Ubilon, imbocchiamo una sterrata che in 20 chilometri ci porta a La Jalca Grande. Secondo la guida Lonely Planet (penosa, per quanto riguarda questa zona del Peru), il villaggio ha strade acciottolate e case cilindriche con tetti conici di paglia. La strade sono di terra, la case quadrate e i tetti di tegole! |
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Il villaggio comunque è molto caratteristico
Qui tre generazioni prendono il sole, una con il mattarello, una con la attrezzatura per filare la lana e una con palloncini e lecca-lecca |
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di abitanti ce ne sono pochi, ora sono tutti in campagna a lavorare. Questo oggi non è di turno e si riposa I muri delle case sono in pietra e adobe |
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statua alla paesana che fila la lana | |
La chiesa è molto bella, costruita alla fine del '500 | |
Qui di turisti ne capitano proprio pochi. Appena arrivati in paese accorre un giovane americano che non crede ai suoi occhi: e ci ferma: "turisti? incredibile"! Lui è qui da un anno per una ONG per aiutare bambini e credo che si senta un po' solo.. La chiesa e' chiusa, ci dicono di cercare il cura (curato), ma a casa non risponde. |
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Nel villaggio si celebra annualmente la festa di Juan Osito (Giovanni l'orsetto), personaggio leggendario nato dagli amori di una paesana con un orso Si racconta che la torre della chiesa sia stata costruita con il contributo di Juan Osito, personaggio molto forzuto. Sembra che l'immadine di Juan sia incisa su una delle pietre, ma noi non la abbiamo vista. |
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C'è anche un museo ma è chiuso. In piazza ci abborda un tipo strano che ci dà un libro degli avventisti del settimo giorno. Provo a offrire due soles ma li rifiuta. In paese ci sono diversi tizi dall'aria poco furba. Questo, con il cagnolino sul cappello, che ci ha seguito per tutto il nostro giro, non sembra molto furbo |
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Le origini del villaggio risalgono ai primi tempi della conquista
Alonso de Alvarado fu uno dei primi conquistadores e partecitò alla spedizione di Francisco Pizarro. Grande esploratore, partì da Trujillo e giunse nella terra dei Chachapoyas, dove pochi anni dopo venne fondata l'omonima città che oggi è capitale della regione di Amazonas. A Chachapoyas ad Alvarado giunsero le voci della favolosa ricchezza di una leggendaria città nel fitto della foresta: la mitica El Dorado alla cui ricerca si dedicarono generazioni di illusi. |
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Poster ecologici fatti dai bambini della scuola | |
Invito alla raccolta differenziata | |
Il laboratorio dell'odontotecnico | |
con campioni vari. Non so se sia anche dentista.... | |
ma certamente fa anche il sarto | |
I campi coltivati a terrazze intorno al villaggio | |
finalmente troviamo, uscendo dal paese, una casa con il tetto di paglia. E' una specie di tugurio |
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con vari animaletti appesi, questo è un armadillo | |
altre cascine con tetto in paglia nella campagna | |
raggiunta la strada asfaltata ci dirigiamo verso Chachapoyas, capoluogo della regione Amazonas. ci fermiamo a giocare con una teleferica che attraversa il fiume Urcubamba per raggiungere una piantagione di avocado (palta). |
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facciamo un po' su e giù | |
Poi raggiungiamo il nostro lussuosissimo hotel a circa 20 kilometri da Chachapoyas. E' scomodo come ubicazione, ma è bellissimo e in un bella campagna, circondato da piantagioni di Chirimoyas (Annona) |
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All'ingresso ci accoglie Nixon (il portiere). Sul pavimento zampetta un grossissimo insetto che scambio per una farfalla notturna e che subito intasco cercando di non farmi vedere da Nixon... |
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.. poi in camera noto le temibili mandibole! E una femmina di Corydalus (Megaloptera, Corydalidae). Sembra che il maschio abbia delle mandibole molto più grandi, però non morde (il maschio; la femmina invece sembra che morda un po', ma questa era docile) |
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Come si vede dal confronto delle dimensioni del corpo con quelle delle ali deve essere un grande volatore | |
dalla finestra bromelie con i loro bei fiori | |
in passato qui c'era una coltivazione di canna da zucchero. Questo mulino, a motore animale (o umano?) serviva per schiacciare le canne e spremere il succo zuccherino |
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e questi grandi calderoni per concentrarlo | |
Un giro al mercato di Chachapoyas: non è niente di speciale, ma ci compriamo due piccole empanadas e della frutta per pranzo | |
Bei panini dorati | |
Questa carne secca o affumicata appesa serve per preparare la cecina, un ottimo piatto a base di striscioline di carne ammorbidite e condite in vario modo. A vederla così non la toccheresti con un dito, invece al ristorante te la mangi golosamente! |
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due bei tomate de la sierra (tamarillos) | |
li chiamano anche berenjenas, ma è sbagliato perche quelle sono le melanzane | |
in un negoziaccio (nel senso che vende paccottiglia) del centro sono esposti dei meravigliosi e giganteschi modelli in legno di ruspe e trattori. Peccato che siano lunghi quasi un metro, perchè sarebbe stato bello comprarne uno. | |
la chiesa sulla Plaza de Armas | |
E la Plaza semideserta | |
Le strade intorno sono gradevoli | |
ci intrufoliamo in un bel cortile privato | |
anche questo è un albergo | |
Vendita di uova di quaglia | |
Questo è l'albergo più elegante di Chachapoyas. Questo cagnone esprime tutto il suo apprezzamento |
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ancora viste della piaza | |
Torniamo al nostro albergo nella campagna e facciamo una passeggiata | |
ci sono fiori che non conosco, questa portebbe essere un asclepiadacea | |
con i loro semi | |
una pianta di ricino | |
e un vecchio ponte di origine coloniale | |
ceneremo in albergo, vista la distanza dalla città. |