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Partiamo da Lima verso il Nord. Al volante di una lussuosa SsangYong c'è Paul, di Peru Responsabile, che insieme al suo capo, Guido, ci aveva scarrozzato anche l'anno scorso tra Lima e Nazca, con una indimenticabile escursione nel deserto di Paracas.
Per evitare il traffico della città partiamo alle 6.
Il traffico di Lima è spaventoso: Roma in confronto sembra un tranquillo villaggio di campagna.
Il nostro programma prevede una visita al sito archeologico di Caral, il più antico del Perù e poi la salita verso la Cordillera Blanca, con sosta a Huaraz, una visita alle lagune Llanganuco, in alta montagna, sosta a Caraz, e poi discesa verso l'oceano passando per lo spettacolare Cañon del Pato e infine arrivo a Trujillo. Il tutto in tre giorni. |
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La periferia Nord di Lima è enorme e spaventosa, aggravata dal cielo grigio e dall'atmosfera nebbiosa. |
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L'ambiente comunque non è particolarmente ridente:
è un deserto come tutta la costa sia a nord che a sud di Lima |
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Grazie all'istinto di piccione viaggiatore di Paul e dall'aiuto di diversi paesani raggiungiamo questo cancello che dovrebbe darci accesso alle celebri rovine di Caral.
Paul per chiedere informazioni interpella i paesani maschi "jefe" e le signore "mamacita"
Superando un cancello veniamo abbondantemente e proditoriamente irrorati di disinfettante da un volenteroso addetto. |
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a che scopo disinfettarci?
chi si deve proteggere? |
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poi scopriamo l'arcano: enormi allevamenti di tacchini, super protetti come dalla Spectre di James Bond
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La vegetazione intorno consiste in queste pianticelle grigiastre (credo che siano delle bromelie, forse Tillandsia landbeckii)
Non hanno radici e vivono solo grazie alla condensa della nebbia, che qui è frequentissima |
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Cuscini di pianticelle grigioline |
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che però riescono anche a fare dei bei fiorellini, coperti dai cristalli dei sali che queste piante eliminano |
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L'ingresso al sito archeologico di Caral. Il più antico del Peru.
Questo sito è stato scoperto circa 10 anni fa e ha spostato indietro di almeno 2000 anni la datazione di civiltà organizzate nella regione Peruviana |
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L'ambiente non è incoraggiante |
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eccoci qui a Caral |
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Paul si avventura districandosi nella folla dei turisti che cercano di acquistare qualche souvenir... |
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giriamo per le strade coperte dalla polvere dei secoli |
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Ricordate Carducci... "Ed alfin per la ruina polverosa ci apparvero le case, spezzate, smozzicate, sgretolate: Parean file di scheletri in cimitero".
I siti archeologici mi fanno sempre un brutto effetto: quelli che non presentano grandi attrattive estetiche, ma soltanto storiche, mi sembrano dei mucchi di calcinacci |
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Roosvelt, la nostra guida a Caral |
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sembra proprio Gassmann |
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ed è entusiasta delle sue rovine |
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di cui ci spiega ogni dettaglio storico e costruttivo |
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l'ambiente però è un po' repellente |
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secondo Roosvelt questa era una meridiana |
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Lasciata Caral viaggiamo verso nord, in direzione delle montagne dello Huascaran, nella Cordillera Blanca, per raggiungere Huaraz, dove pernotteremo.
Come si può vedere l'ambiente non è ridente... |
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proprio no! |
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I paesani la chiamano "la roccia del culo", non capisco proprio il perchè. |
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Arriviamo al villaggio di Chasquitambo (chasqui erano i postini inca, tambo i posti di sosta. Il termine tambo compare nel nome di moltissimi luoghi, che erano appunto stazioni di posta).
Qui appunto c'è il monumento al postino inca
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La distinta signora vuole ancora un po' d'acqua
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Compriamo frutta a una bancarella e la mangiamo sulla piazza del paese.
Suscitiamo l'entusiasmo dei bambini che esigono di essere fotografati con il nonno, fiero anche lui di essere immortalato.
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Arrivano dei tizi che montano una tenda per lavendita di telefonini. I ragazzini che stanno uscendo da scuola accorrono e chiedono "che regalate?". |
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La strada sale fino a 4100 m, in mezzo alla nebbia e alla pioggerellina. Fa freddo.Al valico si apre un po' la nebbia, il che ci permette di ammirare la metropoli |
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c'è anche un ristorante |
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ambiente suggestivo con cielo minaccioso. |
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Discesa fino a Huaraz , entrando in città vediamo una scena bucolica.
Da notare che l'aratro è tutto in legno, come quelli degli antichi .
Huaraz è una città squallida e piena di confusione e il tempo brutto.
Il tutto scoraggia il fotografo.
Credo che siamo gli unici turisti a Huaraz. Facciamo una passeggiata incontrando delle vecchiette molto gentili e loquaci, una cammina facendo con i ferri un calzettone di lana e ci mostra con orgoglio il lavoro.
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Dopo il pernottamento a Huaraz continuiamo verso nord, con una breve sosta a Carhuaz, notevole per una brutta chiesa |
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con porte scolpite e dipinte ancora più brutte della chiesa |
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quanto a bellezza non scherza anche il monumento a non so chi ! |
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Nella piazzetta con fontana e statue dorate incontriamo una signora che va a fare la spesa sotto la pioggerellina, con il cappello incartato in un sacchetto di plastica. Lì per lì non capisco perchè proteggere il cappello e non il resto.
Capirò tutto più tardi, vedendo i prezzi di questi cappelli fatti di fibre di palma intrecciate! |
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signore variopinte in fila a un ufficio comunale |
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in paese c'è un mercatino, questo vende mais morado, che serve per fare una squisita bibita analcolica, la chicha morada, e questi buffi tuberi che si chiamano hoiuco |
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uscendo dal paese vediamo sulla strada mucchi di erba in vendita, non è per i conigli ma per i porcellini d'india (cuì) che molte famiglie allevano in casa, non come animaletti da compagnia ma come prelibatezze alimentari (sono davvero buoni, anche se pieni di ossicini) |
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proseguiamo fino a Yungay, la città completamente distrutta nel 1970 da una enorme valanga di ghiaccio e roccie che si era staccata dalla parete del Huascaran in seguito a un fortissimo terremoto. La valanga sterminò la popolazione di Yungay e dei villaggi vicini, provocando la morte di circa 20000 persone. Le vittime del terremoto in complesso furono oltre 67000.
Da Yungay imbocchiamo una lunga salita di circa 40 km su strada sterrata e fangosa verso le lagune Llanganuco. Brutto tempo e nebbia. |
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lungo la strada vediamo dei bei fiori di una pianta rampicante
Passiflora trifoliata |
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Arrivati alle lagune la nebbia si dirada un po' permettendoci di vedere le lagune e intravedere le pareti di roccia sovrastanti. Non riusciamo a godere della vista delle grandi montagne della Cordillera Blanca, alte oltre 6000m, scopo della nostra escursione! |
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Questi sono alberi di Queñoa (o Keñua) . (Polylepis tarapacana), bellissimi per il colore e per le forme contorte. |
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Sono parenti delle rose.
Questi alberi un tempo abbondanti nelle regioni andine, sono stati decimati dai tagli indiscriminati. Il legno era molto utilizzato per la produzione di carbone |
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Nelle lagune sguazza una coppia di oche Chloephaga melanoptera (Andean goose) con relativa prole di ochette |
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bei fiori di lupino |
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e arbusti di una proteacea |
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carichi di bellissimi fiori di forma curiosa. Si chiama Oreocallis grandiflora |
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La strada passa per paesini coltivati e pieni di maialetti.
Curioso il fatto di una mamma nera con porcelli di tutti i colori.
Chissà se il colore del manto del maiale si eredita tramite il cromosoma X come quello dei gatti rossi? |
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arriviamo a Caraz, cittadina più discreta e graziosa di Huaraz (Carhuaz, Caral, Caraz, Huaraz , comincio a fare un po' di confusione con i nomi, come nei romanzi russi, dove tutti si chiamano Alexej Fedorovich oppure Fedor Alexievich).
Visita alla Plaza des Armas, che non è proprio la cosa più notevole da vedere... |
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... e bella visita al mercato abbastanza grande e interessante.
Questi strani ortaggi sono cayua (Cyclanthera pedata), parenti delle zucche, si mangiano cotti o crudi in insalata oppure ripieni come i peperoni.
Se ne vedono, abbondanti, in tutti i mercati
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Da queste parti le signore portano dei cappelli notevoli |
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strano modo di tenere il cucchiaio |
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alcune bancarelle vendono di tutto in abbondanza |
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altri venditori sono più modesti ma specializzati |
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indaffarata con le sue verdure |
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una mangia, una pela patate e la terza contempla |
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Dulzura, dolcezza, è l'appellativo di Caraz. |
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la panettiera con il suo bel cappellino |
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Tonico "poderoso" a base di carruba, ricostituente, rinforza i polmoni, stimola l'appetito e facilita la digestione.
Vista la ricetta suggerita per il cocktail, non stento a credere alla azione ricostituente: deve venire un super-zabaione super-alcolico! |
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Forse il ragazzino avrebbe bisogno di un po' di cocktail alla carruba |
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Una scritta sul muro della chiesa.
In città vediamo molti ristoranti che offrono menu completi a 5-7 soles cioè 2 euro o meno.
Noi ceneremo spendendo poco di più, ma la cena non è stata entusiasmante. |
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Pernottiamo all' albergo "Los Pinos" molto carino e confortevole, ricavato da una vecchia residenza privata, articolata in piccoli edifici collegati da cortiletti. Negli spazi comuni ci sono vecchi mobili e vari oggetti interessanti. |
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Un fiore nel giardino di Los Pinos.
Il gestore dell'albergo è una guida che organizza trekking sulla Cordillera blanca.
Partiamo verso Trujillo alle 8 |
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un anacardio |
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Una piantagione di Kiwicha. (Amaranto, Amaranthus caudatus).
Produce dei piccoli semi commestibili, ottimi ed estremamente nutrienti e ricchi di proteine, analogamente alla più famosa Quinoa, che invece è un chenopodio, parente degli spinaci. |
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Queste piante erano uno dei principali alimenti delle popolazioni andine, adatte a numerosi usi, soprattutto per ottime zuppe o per una specie di risotto, da mangiare caldo o freddo con condimenti diversi.
Durante questo viaggio ne abbiamo mangiato spesso.
Oggi questi cibi cominciano ad andare di moda anche in Nord America e in Europa e quindi la produzione viene in gran parte esportata. |
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Questa nuova situazione ha fatto aumentare il prezzo dei prodotti, che diventano troppo costosi per i paesani.
Gli esportatori si arricchiscono e i paesani no.
Spesso Quinoa e Kiwicha vengono chiamati cereali (... i miracolosi cereali andini!), ma con i cereali, parenti della gramigna, non hanno nulla a che fare. |
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La strada dopo un po' entra entra nel Cañon del Pato, scavato dal Rio Santa. |
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Le pareti intorno sono franosissime |
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Emergono filoni di carbone |
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Paul, la nostra guida-autista, ci aveva decantato le bellezze del cañon.
All'inizio sono scettico.... il solito cañon da quattro soldi.... vuoi mettere altre gole che abbiamo già visto.... |
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poi le cose cambiano drasticamente. La stretta strada sterrata, con moltissime gallerie anguste e oscure percorre uno dei cañon più spettacolari mai visti... |
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con pareti rocciose straordinarie che quasi si toccano.
Incontrare un camion qui è davvero un'emozione.
Ho visto che questa strada è descritta in un sito internet "dangerousroads.org" |
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dai lati scendono cascate |
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anche a salti multipli |
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questa è una miniera di carbone artigianale, con un ripidissimo sentiero di accesso |
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dopo molti chilometri la gola si apre.
un piccolo insediamento intorno a una centrale idroelettrica. |
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Un albero di Stelle di Natale.
Io a Roma non sono mai riuscito a far sopravvivere le piantine che regolarmente vengono regalate per le feste! |
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qui il fiume ha ammucchiato tutti i sassi e la terra che ha scavato |
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e poi ha eroso i depositi |
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tutto intorno pendii franosi ... |
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con vene di carbone |
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e colori straordinari |
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in alcuni tratti vediamo il Rio Santa giù in fondo |
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chi sarà stato l'eroe che ha fatto questa strada? |
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forse Marte è un po' così |
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Sosta per foto pubblicitaria |
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Ghiaione meraviglioso....
il sogno di ogni esursionista (se lo fai in discesa!) |
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Miniera di carbone più industriale della precedente |
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il risultato scenografico dei movimenti della crosta terrestre |
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Mi pare che Darwin nel suo diario del viaggio sul Beagle ragioni sull'enorme quantità di roccia scavata dall'erosione che ha scolpito le Ande..... ... eccola, è tutta qui! |
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milioni di peperoncini piccantissimi (aji amarillo) messi a seccare al sole |
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dopo molto tempo la gola si apre in una valle verde..... |
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.... tutta coltivata a riso.
Un invaso raccoglie l'acqua che verrà usata per irrigare il deserto costiero.
Infine la strada si raccorda alla Carretera Panamericana, che passa in ambiente desertico. Molte zone sono irrigate a goccia e sulla sabbia coltivano molta canna da zucchero asparagi e altro.
L'ambiente è sgradevole, impressionanti camion lentissimi carichi di canna ingombrano la strada. C'e' vento che solleva la sabbia e la polvere del deserto creando un' atmosfera nebbiosa. |
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Prima di arrivare a Trujillo facciamo una visita alla Huaca della Luna, resti di un complesso di templi appartenenti alla cultura Moche, fiorita oltre mille anni prima degli Inca.
Questa era la montagna sacra |
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C'è anche un museo |
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... con ceramiche strepitose. I Moche sono considerati i migliori ceramisti delle Americhe.
Tra i loro meriti sembra che ci sia anche quello di aver inventato, popolo di pescatori oltre che di agricoltori, il celebre Ceviche: il meraviglioso piatto peruviano a base di pesce crudo marinato nel limone.
Una collezione fantastica di ceramiche è esposta nel museo Larco, a Lima
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Le rovine dei grandiosi templi, costruiti in adobe, sono interessanti per i meravigliosi muri dipinti. |
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I mattoni di adobe usati per la costruzione portavano la firma dell'operaio |
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molti motivi ornamentali si riferiscono al mare, questo potrebbe essere un polpo |
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Nonostante l'ambiente desertico e assolato il clima è piacevole e ventilato, |
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Quello dei Moche era un popolo guerriero, dedito a sacrifici umani.
Questa è una sfilata di guerrieri vincitori |
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e questi sono i vinti prigionieri.
Gli tagliavano la testa e gli cavavano il sangue |
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altro motivo ornamentale ispirato alla vita marina |
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il capolavoro pittorico della Huaca de la Luna |
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Era una società teocratica, guidata da sacerdoti guerrieri, che erano anche responsabili del clima.
Se c'era un periodo di siccità i paesani facevano fuori i sacerdoti e cambiavano la classe dirigente.
Dovremmo anche noi ispirarci a questo saggio insegnamento. |
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Lasciata la Huaca de la Luna visitamo
Chan Chan, insieme straordinario di cittadelle costruite in adobe e fango, opera della civiltà dei Chimù, successiva a quella dei Moche.
E' una delle cose più impressionanti mai viste. Mura enormi, tutte coperte da motivi ornamentali ripetuti, strordinariamente ben conservati visto il clima arido della regione (qui non piove mai). |
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Scoiattoli |
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o altri animaletti |
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pesci disposti a onda.
L'orientamento degli ornamenti, verso destra o verso sinistra, serviva come guida per segnalare i percorsi nell'intrico dei corridoi.
L'insieme di Chan Chan copriva oltre 20 chilometri quadrati, quindi doveva essere facile perdersi |
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uccelli |
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reti |
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reti e pellicani |
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onde.
Era un popolo di pescatori, quindi i motivi ornamentli sono in gran parte ispirati al mare |
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Direi che tra i meriti degli abitanti di Chan Chan deve essere ricordata l'invenzione dei pixel.
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uccelli strani |
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questo era più modesto, solo pallini |
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Poi visita al villaggio costiero di Huanchaco. Molto turistico, orribile e pieno di gente orribile, tatuata dalla testa ai piedi oppure capelloni come da noi tanti anni fa. E' l' equivalente di Ostia ma con surfisti.
In compenso ci sono delle belle barchette di cannucce (totora, è una pianta acquatica, la stessa che si usa per le imbarcazioni sul lago Titicaca.
Ci sono barchette di canna per turisti....
... ma anche per pescatori. Questo pesca, seguito con interesse dai pellicani |
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Vorrei sbagliare, ma sono bambine condannate all'obesità, soprattutto quella di destra. |
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Le barchette di canne sono carine, ma credo che il passeggero si bagni facilmente |
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Poi entriamo a Trujillo. Il centro con le luci del tramonto sembra bello.
Questa è la Plaza de Armas. |
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Con relativa cattedrale.
Ora andiamo in albergo, domani ci dedicheremo a girare Trujillo. |