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Aconitum variegatum - (Dal greco aconiton, pianta velenosa usata per avvelenare lupi e volpi). L'aconito sarebbe nato dalle gocce della bava di Cerbero, infuriato, mentre Eracle lo trascinava fuori dagli inferi (l'ultima delle fatiche di Eracle). (Secondo Ovidio Aconiton deriverebbe da akone, pietra, perchè la pianta spunta su terreni rocciosi). La pianta veniva usata per avvelenare le frecce. Anche Ercole le usava e nella sua quarta fatica per errore colpì il suo maestro, il Centauro Chirone, al ginocchio, provocando un terribile dolore (Però Eracle avvelenava le frecce anche con il sangue dell'Idra di Lerna). Essendo immortale Chirone ovviamente non poteva morire, fino a che Giove, impietosito dalle sofferenze, non gli concesse di morire. L'aconito entrava nella composizione degli unguenti usati dalle streghe, assieme a belladonna, giusquiamo e stramonio, come allucinogeno: sotto l'effetto della pozione sognavano di volare e di partecipare ai sabba. Sembra che l'unguento venisse applicato per via vaginale tramite un bastone: da qui l'idea di volare a cavallo di un bastone o di un manico di scopa. Ranuncolacea. Pianta perenne, 50-150 cm. Foglie fortemente suddivise. Fiori viola a forma di elmo. Prati e pascoli alpini. Velenosa. Rezzoaglio, giugno. Agosto. Simile ad Aconitum napellus, che ha però le foglie più suddivise e l'elmo che sovrasta il fiore più basso. Nei fiori maturi spesso l'elmo è perforato ad opera di insetti che puntano alle strutture contenute, evidentemente attraenti
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