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Partenza ora antelucana da Roma per prendere l'aereo alle 6,10.
Arriviamo a Lisbona poco dopo le 8 e, avendo molto tempo a disposizione prima dell'aereo per Salvador, andiamo in autobus in città, fino a piazza del Commercio, sul mare. Bus ottimi e frequenti. Poi a piedi a prendere un tranvetto che per strade ripidissime arriva fino al castello quindi in discesa a piedi fino al mare. Tempo bellissimo e fresco, centro della città molto bello. Da un fornaio comprato duetriangolini simili ai somosa africani e due pasticcini ripieni di carne.
Un po' pesanti.
Poi in aeroporto per imbarco alle 15.50. Arrivo alle 21 a Salvador, dove ci accoglie Cristina che sarà la nostra guida per qualche giorno. Andando verso l'albergo percorriamo un bellissimo viale di bambù, sotto un acquazzone tropicale.
Questo è uno dei lungomare di Salvador |
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6 giugno
Albergo Hotel Catharina
Paraguaçu a Rio Vermelho, molto buono e vicino al mare. A Colazione tra l'altro ottima frutta con in particolare ananas eccellenti, come quasi sempre in Brasile.
Ancora il lungomare di Salvador con bagnanti appollaiati sugli scogli
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Uno degli antichi forti a guardia della baia di Salvador |
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con le sue torrette e una signora che prende il fresco |
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Vicino al centro di Salvador ci sono ottime spiagge e un mare bellissimo |
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Dalla città alta panorama verso il mare con il curioso monumento alla città di Salvador. l'opera, in fibra di vetro, dovrebbe rappresentare l'unione dell'anima moderna e di quella antica della città. Da questa angolazione a me ha fatto pensare a due grosse cosce sormontate da non so che (altre due cosce rovesciate?) |
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Con il Mercato Modelo (orribile trappola per turisti, da evitare a ogni costo) |
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nella città alta a Plaza del Municipio il Palacio Río Branco
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Museu da Misericordia |
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nella bella piazza che si affaccia sul mare. Qui si viene assediati da signore grasse in costume Bahiano che esigono di essere fotografate (a pagamento; sei tui che paghi, non loro!). Facciamo molta fatica a sottrarci alla cerimonia. |
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Il Terreiro de Jesus, cuore della città vecchia di Salvador |
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con le sue case colorate |
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accanto alla chiesa di San Francesco |
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Terreiro de Jesus
Igreja de São Domingos Gusmão
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Oltre che dalle signore in costume che pretendono di essere fotografate, il Terreiro è infestato da lottatori di capoeira: baldi giovanotti che, spesso a torso nudo, si esibiscono in svogliati passi di danza-lotta rituale e aspettano una fotografia (venale)... mi fanno pensare ai centurioni di Roma. |
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uno scorcio verso la chiesa di San Francesco e la croce che dà il nome allo slargo Cruzeiro de Sao Francisco, con gli immancabili turisti che si fanno eternare a perenne loro ludibrio |
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Il chiostro di San Francesco con le sue pareti ornate da splendidi pannelli di mattonelle azzurre (Azulejos) |
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I pannelli sono ispirati a motti edificanti riferiti ai poteri del danaro.... |
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al fatto che la ricchezza rende tutto possibile |
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ai danni dell'invidia...
nello sfondo si vede il Toro di Falaride, un toro di metallo che veniva reso incandescente e al cui interno venivano rinchiusi i condannati. Secondo un celebre detto la tortura del toro di Falaride durava pochi minuti, mentre la tortura dell'invidia dura a lungo. L'invidia è rappresentata con le chiome di serpenti e in atto di mangiarsi le mani |
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questo non mi ricordo a che si riferisca |
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all'inesorabile fuggire del tempo..... |
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... rappresentato da una meridiana |
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l'interno della chiesa di San Francesco è un'orgia di ori (di pessimo gusto) |
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resa più allegra dalle facce sbarazzine dei putti |
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o da quelle un po' lascive delle donzelle |
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La chiesa barocca de Ordem Terceira de San Francisco
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Largo do Pelourinho con il museo della città e fondazione Jorge Amado.
Nei dintorni ci sono anche una piazza Teresa Batista e un largo Pedro Arcanjo, intitolati a due personaggi del celebre romazo di Amado.
Questo scrittore Brasiliano ha legato la maggior parte dei suoi romanzi alla città di Salvador o meglio di Bahia e alla sua gente.
Oggi per la città si usa in nome di Salvador, mentre il nome dato dai fondatori portoghesi era São Salvador de Bahia de Todos os Santos. Gli abitanti spesso la chiamano Bahia. |
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La chiesa dei negri:
Nossa Senhora do Rosário dos Pretos (prima chiesa del Brasile ad essere stata costruita da e per i negri nel
XVIII sec.)
Ogni martedi pomeriggio viene celebrata una messa con grande partecipazione dei neri di Salvador. Andiamo anche noi, accompagnati da Cristina che è nera e nativa di questo quartiere di Salvador.
Esperienza straordinaria con canti e tamburi e vecchiette che ballano. Suggestivo anche il corteo dei portatori di pane, benedizione del pane e distribuzione a tutti i presenti come comunione. Quello che avanza viene dato ai poveri.
Poi il prete esce spruzzando tutti con una frasca intinta nella acqua santa
filmato della messa
altro filmato della messa
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Mary, un'amica di Cristina è una delle più apprezzate produttrici di Acaraje, le polpette fritte di farina di fagioli, ricetta simbolo di Salvador.
Abbiamo provato le polpette rimanendo abbastanza delusi.
Nei vicoli intorno al Pelourinho proviamo invece una bevanda eccellente a base di latte di cocco e succo di lime. |
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Un laghetto con le statue dei personaggi (Orixa) del candomblè, la religione afro-americana molto seguita in Brasile |
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questo è Logun Edè, |
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un airone bianco a caccia di ranocchie
La sera andiamo a cena in un ristorante vicino all'albergo, che ci è stato raccomandato per la specialità bahiane di pesce. Ordiniamo la celeberrima moqueca di pesce. Non è cattiva ma è una grande delusione: come molti altri piatti brasiliani che proveremo in seguito è troppo ricca di ingredienti che si mascherano a vicenda. Non emerge un sapore deciso e non si capisce bene cosa stai mangiando. |
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Il 7 giugno facciamo un giro per la città bassa.
La chiesa di Nostro Signore di Bonfim ospita un museo di ex-voto |
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arti di plastica ma non solo. Si intuiscono intestini varii e vesciche |
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anche se sono gli arti inferiori a farla da padroni |
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oltre che stampelle anche oggetti misteriosi (quel piatto contiene due uova al tegamino?) |
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tra gambe di legno una bocca con i labbroni, sarà guarito da una stomatite? |
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Le preghiere della moglie hanno salvato il signor Giacinto |
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la signora, investita da un pulmino, si sarà salvata? |
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colonne vertebrali assai realistiche |
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e tutte le budella al completo |
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Un elettricista che è sopravvissuto ad una scarica elettrica? |
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anche qui un bel mare |
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e un vecchio forte |
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con tanto di cannone |
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Visitiamo il mercato, come sempre la miglior immagine di ogni paese. Questo è un bel mercato, ricco di suggerimenti e di immagini. Questi sembrano gamberi freschi invece sono secchi.
Qui quasi tutto il pesce viene venduto secco, probabilmente a causa del clima che non permette di conservare il pesce fresco senza frigoriferi. |
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perchè questi costano così poco?
Se guardate bene, sono soltanto le teste! |
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natura morta |
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Fiero dei suoi baccalà |
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pesci secchi di ogni tipo |
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trippe secche |
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fagioli di tutti i tipi. Le famose aracajé, polpette di origine africana, si fanno con la farina dei fagioli dell'occhio, già conosciuti nel vecchio mondo prima della scoperta dell'America (Vigna unguiculata) |
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Da noi gli anacardi sono conosciuti solo per la loro mandorla secca.
Qui invece si usa consumare anche la polpa del frutto fresco, con il nome di Caju, soprattutto per preparare succhi. Ne abbiamo bevuto tanto a colazione, senza saperne l'origine (Caju, che sarà?) |
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sbucciatori di fagioli, con splendide facce da brasiliani (sullo sfondo Paola e Cristina) |