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26 giugno
Dopo lo snorkeling al Corego Azul partiamo in auto verso Miranda per poi dirigerci alla Fazenda Santa Cruz, nel Pantanal di Miranda. Il trasferimento dura circa 3 ore |
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Lungo la strada incontriamo questa Seriema con l'aria stralunata
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La strada percorre un ambiente molto bello e ridente, di boschi e grandi pascoli ondulati
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A Miranda ci fermaiamo per una visita a un hotel appartenente ad amici di Llilian, molto bello con un arredamento da vecchia casa coloniale. I proprietari sono di origine italiana, di Zoldo Alto, ma in pratica non parlano l'italiano. |
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Poi ci dirigiamo verso la fazenda dove arriviamo alle 18. Dopo Miranda, per molti chilometri, la strada è sterrata e incontriamo molti animali, tra cui un formichiere gigante...
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... molto propenso a farsi fotografare |
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incontiamo anche un formichiere piccolo o Tamandua mirim (Tamandua tetradactyla), delle volpi e soprattutto tante mucche che a un certo punto ci sbarrano la strada e che dobbiamo convincere a farsi da parte, ma ormai è quasi buio e non è più possibile fare fotografie. |
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ha un'aria un po' insonnolita, eppure le formiche devono essere piccanti! |
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27 giugno
La Fazenda Santa Cruz è molto bella e accogliente. Siamo i soli ospiti quindi la tranquillità è assicurata..
Santa Cruz è una delle più antiche fazendas del Pantanal, dal 1838 di proprietà della famiglia Dittmar, tra le prime a colonizzare il Pantanal del Sud.
Dal 2005 la fazenda, pur mantenendo le attività di allevamento del bestiame, ha iniziato una attività legata al turismo, accogliendo un piccolo numero di ospiti che possono sia seguire le attività tradizionali della fazenda che fare escursioni naturalistiche.
Questo enorme ficus cresce di fronte all'ingresso della casa padronale
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La famiglia è formata dal padre Roberto Dittmar, che oltre al portoghese parla un po' di inglese e di spagnolo e che dirige le attività della fazenda, dalla madre che parla soltanto il portoghese e si occupa della casa e della figlia Helena, molto in gamba che collabora alla gestione della fattoria e si occupa della parte turistica, creata su sua iniziativa.
Per i pasti, sempre ottimi, mangiamo in un tavolo accanto a quello dei padroni di casa, scelta molto saggia che, senza creare obblighi, permette un po' di conversazione e di familiarizzare, sentendosi più ospiti che clienti.
Questa è la casa padronale, nucleo originale della fazenda. Il tetto chiaro che si intravede tra gli alberi è quello della aggiunta destinata agli ospiti.j
L'albero dalla grande chioma sulla destra è una gigantesca mangueira (mango) che fornisce un'ombra freschissima.
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Qui si vede meglio la costruzione desinata agli ospiti: le finestre sono quelle della nostra camera |
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Oltre alla casa padronale ci sono le casette per i vaqueros e le loro famiglie e numerosi capanni per attrezzi e lavorazioni varie |
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Dopo colazione Helena ci racconta la storia della regione e della fazenda.
Santa Cruz ha un'estensione di 6500 ettari (a noi sembra una enormità, ma qui ce ne sono di molto più grandi). Si allevano vacche da carne e pochissime da latte, solo per uso interno, come produzione di formaggio e allattamento di vitelli orfani.
Questa è la segheria, attualmente azionata da un motore diesel.... |
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ma fino a qualche hanno fa da questo grande motore a vapore |
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uno dei tanti laghetti presenti nella proprietà. |
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In molti c'è una famigliola di jacarè |
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una pelle di vacca stesa a seccare. Normalmente nella fazenda macellano soltanto gli animali per l'uso interno. Le vacche vengono vendute vive. |
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i cavalli dei vaqueros sellati |
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o a riposo |
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il bestiame raccolto in uno stallo |
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poi tramite un corridoio viene avviato alle vaccinazioni.
Il vaquero con la camicia verde ha alla cintola un coltellaccio affilatissimo che usa per tagliare il ciuffo di peli della vacca appena vaccinata, per evitare di rivaccinare più volte lo stesso esemplare.
Si dovrebbe usare un sistema del genere per marcare gli studenti vaccinati da ammettere a scuola. |
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Nella fila si è intrufolata la pecora Valentina che vuole essere vaccinata
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La pecora Valentina che, orfana, è stata allattata da una mucca e ora crede di essere una mucca. |
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comunque ha partorito un agnellino: evidentemente una scappatella con un pecorone la ha fatta (oppure sarà stata opera dello Spirito Santo?). |
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si imbranca con il suo agnellino soltanto con altre mucche |
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gli attrezzi del vaquero, con staffe e lazo |
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Andiamo un po' a spasso intorno alla fattoria e incontriamo una piccola civetta Athene cunicularia o caburè do campo |
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qui con il suo compagno |
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andiamo a vedere un mini-museo della storia della fazenda
Questi sono i pentoloni dove si faceva concentrare il succo della canna da zucchero |
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questa bella macchina serviva per sgranare il mais. |
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girando la manovella... |
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.... si azionava questa ruota dentata contro la quale veniva spinta la pannocchia, pressata dalla molla d'acciaio |
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l'ambiente della fazenda |
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con Helena che ci fa da guida |
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Il grande ficus |
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dal tronco maestoso |
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Valentina e la sua famiglia |
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lavaggio cavalli |
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scena bucolica |
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i vaqueros al lavoro |
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parrocchetto nanday Aratinga nenday |
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intorno alla fattoria ce ne sono molti e molto rumorosi |
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tra le mucche passeggiano i nandu |
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un bel picchio a cresta rossa, o Pica pau de topete vermelho (Campephilus melanoleucos) |
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Nel pomeriggio facciamo un bel giro in fuoristrada fino al crepuscolo, avvistando diversi amimali come formichieri pecari, cervi, civette e caimani.
Al tramonto una nuvola di libellule brilla nel raggio di sole |
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un piccolo cervo con le sue corna appuntite |
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un bel falco gaviao_carijò (Buteo magnirostris o Rupornis magnirostris) |
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avvoltoio a testa nera, Urubu preto (Coragyps atratus) e a testa rossa, Urubu de cabeça vermelha (Cathartes aura) |
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una coppia di arara azul |
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un gruppo di pecari queixadaTayassu pecari . Ormai è tardi e troppo buio par fare foto decenti |
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un ficus strangolatore assale una palma
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termitaio trasformato in nido di pappagalli |
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andiamo con una camionetta a portare il sale alle vacche, che se lo leccano con entusiasmo accalcandosi intorno alla mangiatoia |
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tramonto inverosimile |
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28 giugno
Mattinata un po' nuvolosa e fresca.
Il nostro padrone di casa, signor Roberto, segue assiduamente, con taccuino alla mano, un programma televisivo che fornisce in tempo reale le quotazioni del bestiame: sullo schermo sfilano mandrie con i prezzi in sovraimpressione e lui prende appunti (poi forse compra o vende).
Qui si esibisce con un enorme corno di richiamo, questo ha un suono più grave.... |
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e questo, fisicamente meno impegnativo, un suono più acuto.
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Ho provato a suonarli ambedue con esiti penosi, mentre lui è in grado di emettere lunghi muggiti molto convincenti. |
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arara azul |
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l'accogliente e fresco portico di casa |
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Un bel ragno stava nascosto nel cappello di paglia del signor Roberto |
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Facciamo con Helena una lunga passeggiata per boschi e radure, molto gradevole.
Helena ci mostra un sentiero tracciato dalle formiche |
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questi rampicanti qui si arrampicano sempre in senso antiorario, da controllare come vanno nell'emisfero Nord |
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ficus senza vittima, forse è scappata |
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qui la vittima è morta ed è rimasto solo il ficus |
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pare che questa bromelia venga (o venisse) usata dai vaqueros .... |
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.... per allestire dei cucchiai estemporanei |
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Paola sorbisce con soddisfazione la sua zuppa |
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incontriamo una famiglia di capibara |
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uno fa il bagno |
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questa è la sua piscina |
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mentre un altro ci pensa.... ma non sarà troppo fredda l'acqua? |
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Un ficus utilzzato dai capibara per affilarsi i denti.
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Vedendo come è ridotto mi viene da pensare alla moda, che si sta sviluppando in alcuni paesi, di tenere un capibara come animale domestico al posto del gatto: pensate a come sarebbero ridotti i vostri divani e le poltrone! |
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un ibis Curicaca Theristicus caudatus |
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i frutti di una strana liana molto comune anche ai bordi della transpantaneira: Combretum fruticosum |
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Il frutto del jenipapo (Genipa americana) viene utillizzato da molti popoli sud americani come tintura per la pelle o per tessuti. Se ne fanno anche bevande ed ha proprietà medicinali.
Provo a farmi un tatuaggio schiacciando la polpa con un bastoncino. Al momento non si vede nulla, ma dopo qualche ora compare il disegno in blu. La tintura reagisce con le proteine della pelle e poi si ossida all'aria e il tatuaggio è indelebile e scompare soltanto quando le cellule superficiali della pelle colorate si desquamano. |
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A pranzo abbiamo una lunga conversazione con il signor Dittmar e con Helen sulla situazione dei diversi paesi europei e sui problemi della immigrazione: la nostra impressione è che non abbiano idee molto chiare e istintivamente li consideriamo poco informati e provinciali.
Poi però proviamo a riflettere: cosa sanno gli italiani sui problemi del Paraguay o del Brasile? Probabilmente non sanno neppure localizzare questi paesi sul mappamondo! Almeno i nostri ospiti, isolati in mezzo al Pantanal, si pongono delle domande.
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Siamo ormai in partenza per tornare in Italia.
Lilian ci viene a prendere puntuale e, alle 15, partiamo per Campo Grande.
Lungo la strada intravediamo un cervo... |
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e un coati (Nasua nasua) |
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di profilo il bel nasetto a proboscide è molto evidente e giustifica bene il nome di "nasua"
Lungo la strada al tramonto costeggiamo dei monti simili alle mesetas degli Stati Uniti e, quando ormai è buio, arriviamo a Campo Grande.
Stesso grandioso e orribile albergo dell'andata, ma stanza rumorosissima per motori di ventilatori o condizionatori. In compenso il bagno è enorme, con doccia e vasca da bagno almeno a tre piazze!
29 giugno
L'autista che deve portarci in aeroporto arriva in anticipo, alle 4,10 invece che 4,30, comunque ci hanno preparato una colazione abbondante, quindi lo facciamo aspettare. L'aereo parte in anticipo, in atterraggio sorvoliamo Sao Paulo che dall'alto si presenta orribile, con aria nebbiosa e giallastra dall'aspetto inquinatissimo, ma ormai dobbiamo tornare alla civiltà che ci aspetta. |