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Il Parco nazionale della Chapada Diamantina si trova nello stato di Bahia, a circa 420 chilometri di strada a ovest di Salvador.
Ho sottolineato le principali localià che abbiamo visitato, senza tracciare un itinerario dal momento che abbiamo fatto numerosissimi zig zag e anelli.
L'ambiente della Chapada Dimantina è molto bello, con monti a forma di meseta e numerosissime cascate. Il terreno calcareo determina inoltre la formazione di molte grotte.
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8 giugno
Volo da Salvador per Lencois con un piccolo aereo a turboelica. Trasferimento in taxi alla Pousada Villa Serrano. L'albergo è organizzato con bungalow molto confortevoli in mezzo agli alberi.
Lencois è la cittadina principale del parco. Il suo nome, che vuol dire lenzuola, deriva dal fatto che l'antico abitato, formato da tende di minatori e cercatori di diamanti, da lontano appariva come una distesa di lenzuola
Questo è il fiume a Lencois, visto dal ponte che conduce alla parte vecchia del paese
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il nostro bungalow. Bel posto ma in cima a una salita ripida e con zanzare assetate di sangue.
Per fortuna nel bungalow ci sono le zanzariere (ma la salita rimane). |
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Andiamo a fare una passeggiata per vedere il paese e le cascatelle dove tutti i paesani fanno il bagno.
Il paese è carino, con stradine ripide acciottolate. |
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e case colorate |
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Una strada in salita (il paese è tutto un saliscendi di stradine ripide) porta alle cascatelle che invitano a un bagno, ma non ci siamo portati il costume.
Ci rifaremo nei prossimi giorni
Tornati alla Pousada concordiamo con la responsabile dell'agenzia Brasilien Adventure, che ha sede nell'albergo, le attività per i prossimi giorni. Sembra una buona organizzazione e l'impressione sarà confermata in pratica.
Cena da Quilombolo in una stradina scoscesa del paese, con il tavolo che rischia di ruzzolare per la discesa con noi, seggiole e piatti. Mangiamo carne do sol (carne secca) e aipim fritto (yuca fritta). Eccellenti.
La yuca, in brasile chiamata manioca o aipim, qui è usatissima preparata in tanti modi.
Una delle ricette più comuni, che ti servono anche se non la chiedi, è la farofa, farina di manioca ripassata in padella con cipolla e condimenti vari, che sembra una specie di cuscus rinseccolito. |
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9 giugno
Gita partenza alle 8 con la guida Hernandez.
Per cominciare abbiamo in programma una passeggiata fino alla Cascata del Diavolo.
Una breve discesa ripida ci porta dalla strada fino al fiume che con la sua acqua color tè carico scorre su un letto roccioso |
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Il colore dell'acqua è impressionante, viene voglia di aggiungere zucchero e limone.
L'acqua ha questo colore per il tannino rilasciato dalla decomposizione della vegetazione.
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Tra una cascatella e l'altra si formano dei laghetti |
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il torrente scorre tra grandi massi chiari che sfruttiamo per attraversarlo. |
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fino a che un comodo sentiero ci porta alla cascata |
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con bei laghetti |
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adatti per un bagno |
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Lungo il sentiero dei bei fiori di Marcetia taxifolia (Melastomatacea) |
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è una pianta endemica della Chapada Diamantina |
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Dopo la gita alla cascata ci spostiamo per visitare una grotta.
Il paesaggio è molto bello, con queste montagne a tavoliere che emergono dal verde.
le strade che percorriamo in auto sono abbastanza strette e ripide, con un traffico di camion che, rallentando nelle salite provoca lunghe code. In discesa poi i camion si lanciano a tutta velocità ed è difficile superarli |
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Ci avviamo per il sentiero che porta all'ingresso della grotta Lapa Doce
Lungo il sentiero avvistiamo la meravigliosa tana di un ragno botola |
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mentre un avvoltoio ci scruta con interesse professionale |
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L'ingresso alla grotta è imponente e il percorso all'interno, di cira un'ora e mezza, è lungo e articolato
La grotta purtroppo è praticamente asciutta, quindi le stalattiti, non in crescita attiva, non sono particolarmente brillanti e spesso sono un po' impolverate. |
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comunque le lampade e il flash svelano belle formazioni |
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e colate variopinte |
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grandi colate |
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stalattiti laminari |
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grosse stalattiti |
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fuse con le stalagmiti |
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stalattite e stalagmite, quando si incontreranno? Speriamo che piova! |
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belle formazioni a cartoccio |
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le vivaci colorazioni delle concrezioni sono dovute ai sali minerali , probabilmente di ferro, di cui si carica l'acqua |
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i colori disegnano immagini curiose |
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straordinaria la nettezza della separazione dei colori. Probabilmente l'acqua che scorre su uno degli strati rocciosi è carica di ferro e quella dello strato adiacente non lo è. Nella foto si vede bene che la formazione colorata e quella chiara derivano da due strati di roccia diversi. |
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un bel baldacchino calcareo.
Sul sentiero di uscita dalla grotta cresce una palma che produce noccioline di un centimetro di diametro identiche come consistenza e sapore alle noci di cocco.
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Poi visita alla Gruta Azul, con colori bellissimi e infine bagno nella poco distante laguna azzurra. Rinfrescante come bagno ma la laguna non è particolarmente bella ed è circondata da bagnanti che fanno picnic.
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una bella passiflora |
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Dalla laguna un lungo tragitto in auto su strada sterrata, tra piantagioni di caffè e tratti aridi ci riporta alla strada principale. Nel tardo pomeriggio saliamo a piedi con un sentiero ripido e con bei panorami per raggiungere in circa mezz'ora la cima del monte Morro do Pai Inacio per vedere il panorama e il tramonto. |
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Le rocce del Morro sono colorate ed erose dal vento e dall'acqua
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La vista è molto bella |
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e assai ampia (questo è uno dei monti più alti della zona)
Pai Ignacio è il protagonista di una bella favola: bellissimo schiavo è amato dalla giovane figila di un potente colonnello il quale infuriato decide di farlo ammazzare dai suoi scherani. Dopo lungo inseguimento Ignacio si rifugia in cima al Morro e infine, braccato, salta giù nell'abisso sostenedosi con l'ombrellino donatogli dalla sua amata. Gli sgherri lo credono morto mentre lui si è salvato grazie all'ombrello (la storia specifica che l'ombrellino era stato comprato in Europa, per questo forse funzionava così bene). Poi il crudele colonnello muore di rabbia e i due amanti (ormai con un pargoletto) vissero felici e contenti (ci sono anche altre versioni). |
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Visto quanto sono scoscesi questi monti l'ombrellino doveva essere davvero di buona qualità |
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aspettiamo il tramonto |
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un avvoltoio ci controlla |
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Siamo quasi al tramonto e i colori si fanno più caldi |
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Tramonto scenografico dalla cima |
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e, quando arrivamo alla base, al parcheggio dell'auto, sorge una luna piena spettacolosa
Rientro a buio, doccia e cena in paese, allo stesso ristorante della sera precedente ma scelta meno felice, che ripropone il difetto delle ricette brasiliane troppo ricche di ingredienti diversi. |
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10 giugno
Partenza con la guida Emiliano, raggiungiamo il villaggio di Remanso dove ci aspetta Mario, un bravo barcaiolo nero vestito da Totti, che ci porta in canoa per un lungo e bel giro nel cosiddetto Mini Pantanal, una zona allagata coperta da vegetazione bassa. . |
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Incontriamo canoe di pescatori
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grandi palme con liane che pendono |
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che scrutiamo per scoprire uccelli |
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sul bordo vegetazione fittissima
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Eichornia crassipes, Giacinto d'acqua
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un socozinho o airone striato (Butorides striatus)
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dalla vegetazione sbuca una canoa |
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pescatori tra i giacinti |
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Arriviamo a destinazione. Qui dovremmo incontrare Emiliano che però non si vede.
Mario va al vicino villaggio a cercarlo ma scopre che gli si è rotta la macchina e quindi tarderà molto.
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Aspettando Mario ed Emiliano, tra zanzare assetate di sangue, incontriamo anche un bel coleottero, forse una Cassida
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Mario vestito da Totti |
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Quindi in canoa....
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....percorrendo ambienti molto belli e poi a piedi arriviamo a una rustica locanda gestita da una vecchia signora che prima faceva la cuoca per i minatori. La locanda è molto vecchia (oltre un secolo, che qui vuol dire antichissima!). |
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approdo |
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Aspettando Emiliano andiamo a vedere una bella cascata o meglio uno scivolo, con acqua colore tè carico. |
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qui si possono fare bellissmi bagni tra le cascatelle
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meglio di iacuzzi
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colori da non credere |
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Ci ristoriamo nel locale gestito dalla signora ex cuoca dei cercatori di diamanti.
Espone bottiglie di liquore aromatizzato con erbe ed aromi diversi, tra cui questo col serpentello. Non ne abbiamo assaggiato nessuno, fa troppo caldo per bere alcolici con o senza serpenti
Se non vuoi bere l'acquavite al serpente puoi bere l'acqua del torrente, tannica e amara ma bevibile.
Oltre a berla ne abbiamo riempito una bottiglietta, per scoprire che non si conserva: appena presa è accettabile ma col tempo diventa cattiva. Forse il serpente la migliorerebbe.
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Arriva Emiliano e insieme saliamo al di sopra delle cascate che prima avevamo usato come doccia .
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Anche qui ci sono cascatelle e attraenti laghetti, quindi facciamo un altro bagno |
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dall'alto il torrente con le sue cascatelle |
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e i laghetti |
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Poi a piedi andiamo a riprendere la canoa, inseguiti da moltissimi moscerini mordaci fastidiosissimi che mordono anche attraverso la camicia |
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e infine torniamo in canoa in prossimità della strada sterrata dove ci attende l'auto di emiliano. |
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lasciamo il mini pantanal |
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e salutiamo Mario-Totti |
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Nel pomeriggio, passando per Andaraì con le case coloratissime
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ci dirigiamo verso Igatu per una strada acciottolata ripida e lunga diversi chilometri che attraversa paesaggi di belle rocce rossastre. |
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All'ingresso di Igatù un albero pieno di bromelie ricadenti
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Igatù è un antico paesino di minatori, tutto in pietra e scosceso . Alloggiamo all' Hotel Flor de Azucena, molto carino fatto di casette in pietra con bel giardino scoscesissimo e molto umido, con fontane e laghetti. L'hotel è di proprietà di un francese che risiede qui da moltissimi anni.
Nel laghetto accanto alla finestra della nostra casetta abita un rospo canterino. |
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le strade di Igatù sono ripide e lastricate in pietre un po' dissestate
Per percorrerle ci vuole un'auto robusta o meglio una moto; incontriamo il venditore di latte che fa il suo giro di distribuzione
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la moto del distributore del latte, adatta alle strade di Igatù |
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questa auto invece sembra che abbia ceduto ai sobbalzi |
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Il centro di Igatu
Ceniamo nella rustica trattoria Agua Boa con buonissima carne con fagioli e contorno di cactus stufati e aipim fritto.
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11 giugno
Al mattino giro in paese: accanto al paese abitato ci sono le rovine del paese vecchio e tra i due nuclei c'è una chiesa |
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una scuola |
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un alberello con frutti colorati |
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è una Pitanga (Eugenia uniflora), una mirtacea. Commestibile e usata anche per marmellate |
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e belle case di pietra |
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C'è anche un piccolo museo all'aperto dedicato ai minatori, purtroppo molto trascurato. Qui ci sono oggetti comprensibili, come questa bilancia... |
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e altri di difficile interpretazione.... ho pensato che potesse servire per separare i diamanti dalla sabbia,oppure sarà un fischietto a tre note? |
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stradine con vecchie case in pietra |
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Lasciato Igatù iniziamo un lungo trasferimento in auto per il Pozo Azul, grotta allagata con acqua profonda di bel colore blu, si fa il bagno con la maschera. Non memorabile . |
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Poi altro lungo spostamento e visita alla cascata del mosquito, detta così non per le zanzare ma perché ci trovavano diamanti piccoli detti appunto mosquito.
Lungo il sentiero un bel bruco
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Per raggiungere la cascata si percorre in circa 30 minuti un sentiero che scende ripido e poi lo spettacolo è notevole. |
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memorabile doccia sotto la cascata. peccato che dopo la doccia devi rifare la strada in salita sotto il sole.
Rientrati a Lencois in albergo ci ospitano per una doccia e per aspettare il bus per Salvador che parte alle 23.30
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